Il quinto anno del programma Dual Career viene presentato nell’antica ghiacciaia di quello che fu il monastero cistercense, da cento anni sede dell’Università Cattolica. Divenuta parte integrante dell’aula intitolata al filosofo Gustavo Bontadini, la grande cisterna circolare in mattoni che custodì gelosamente, per secoli, i cibi dei monaci, diventa oggi il luogo ideale per accogliere nel cuore della sede milanese della Cattolica 26 nuovi studenti-atleti. Giovani talenti che sono stati selezionati tra una cinquantina di candidature provenienti da tutte le sedi dell’Ateneo, e si aggiungono agli altri 45 studenti-atleti già appartenenti al programma Dual Career.
«Grazie a un’intuizione della professoressa Caterina Gozzoli – dice Mario Gatti, direttore della sede di Milano e dell’Area Ricerca e sviluppo dell’Ateneo – abbiamo pensato che ci si possa occupare della doppia carriera degli studenti che si iscrivono alla nostra università in modo professionale, intelligente e non opportunistico, ossia non con il fine di sfruttare l’immagine degli sportivi». Il programma, promosso da Cattolica per lo Sport, nei primi cinque anni ha sostenuto 143 studenti-atleti di alto livello. Per rendere l’impegno sportivo agonistico sempre più conciliabile con la carriera universitaria.
«Questo progetto ha permesso a tanti atleti di fare l’università», continua il direttore di sede. «Il punto non è solo frequentare l’università, ma anche mettere a frutto l’esperienza sportiva come capacità. Coniugare il know-how sportivo con l’apprendimento accademico. Speriamo, quindi, che l’attività sportiva non diventi una modalità diversa di fare l’università ma sia parte integrante del percorso universitario. Perché aiutare uno studente con attività sportive particolari ad avere un suo calendario è molto diverso dall’aiutare l’atleta a capitalizzare ciò che apprende in maniera informale dentro l’attività sportiva. E quest’ultima è certamente la vera sfida della Dual Career nei prossimi anni».
I 26 nuovi studenti-atleti della Cattolica rappresentano 20 sport diversi e dieci diverse facoltà: Irene Bonassi, Eleonora Cancedda, Iulia Izzo, Marco Zandron, Cristina Chirichella, Carlotta Ferrari, Marco Bedon, Giorgia Marcomin, Lorenzo Bulloni, Pietro Giovanni Motterlini, Diana Camozzini, Alessandro Giovanni Conca, Vittoria Di Dato, Amalia Viglino, Lara Gianni, Pietro Ugolini, Maretta Bigatti, Irene Cisternino, Alessandra Rocchetti, Francesco Peccati, Camilla Galimberti, Alessandro Di Matteo, Laura Ceddia, Aurelio Lamiranda, Elisabetta Sirto, Moira Turra. A nove di loro sono state assegnate borse di studio di diversa entità, due delle quali finanziate direttamente dal Cus Milano, partner del programma.
«L’Università Cattolica fin dall’inizio ci ha coinvolto in questo progetto», commenta Alessandro Castelli, presidente del CUS Milano. «Per noi è un piacere essere qui. Questi studenti sono i testimonial di come si possa studiare bene e, nel frattempo, continuare a fare sport secondo le capacità e gli obiettivi che si hanno. A loro, voglio dare un consiglio: quando preparate i vostri cv, inserite il fatto che siete stati selezionati per il programma Dual Career dell’Università Cattolica. È un elemento di grande valore. Perché è di valore, per il mondo delle aziende, avere a che fare con giovani che si sono misurati con lo sport ad alto livello, con una programmazione delle proprie attività sportive e con obiettivi costanti da raggiungere. La Dual Career è un percorso molto bello, che l’Università Cattolica per prima a Milano ha iniziato».
Il tema della valorizzazione delle competenze acquisite durante la propria carriera sportiva è centrale anche secondo Chiara D’Angelo, coordinatrice del programma. «La tutorship che l’Ateneo offre agli studenti che entrano nel programma Dual Career è un percorso uno a uno», spiega. «E può accompagnare gli atleti anche nelle varie fasi della loro vita, sia accademica sia sportiva. Proprio per questo stiamo sviluppando percorsi che possano essere di supporto agli studenti rispetto alla transizione post carriera degli atleti: se sono in università è perché stanno pensando anche alla fase successiva della propria vita. Ed effettivamente vivere questo percorso doppio dà loro delle competenze in più, assolutamente spendibili in futuro».
Nel secondo tempo, l’evento ricomincia con una tripla intervista. I protagonisti sono tre studenti-atleti che si sono particolarmente distinti negli ultimi dodici mesi: Matteo Bertola, che si è appena laureato campione del mondo di danza sportiva nella specialità latin style ad Atene, Simone Alberto Rolle, vicecampione del mondo in carica di canottaggio indoor e Samuele Patisso Colonna, finalista nella coppa del mondo di trampolino elastico a Sofia. L’incontro è anche l’occasione per presentare all’interno dell’Ateneo la nuova bandiera della neonata Federazione italiana dello sport universitario. Il CUSI, l’ente al quale è affidato lo sviluppo della pratica motoria e sportiva per gli studenti universitari, diventa a tutti gli effetti una federazione sportiva. Il binomio tra sport e università è sempre più una sfida possibile. In Cattolica, si può.
Articolo di https://secondotempo.cattolicanews.it/